IL 1944 E LA LOTTA IN ARMI NELL’ITALIA CENTRALE: FRA GUERRA TOTALE E SCELTE RESISTENZIALI

*Call for papers*

IL 1944 E LA LOTTA IN ARMI NELL’ITALIA CENTRALE: FRA GUERRA TOTALE E SCELTE RESISTENZIALI

In occasione dell’80° anniversario della Resistenza, l’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea, in collaborazione con la Rete toscana degli Istituti provinciali della Resistenza promuove l’invio di contributi per una giornata di studi – da tenersi a Firenze nell’autunno 2024 – dedicata ad approfondire le dinamiche, le fasi e le figure protagoniste della lotta armata condotta fra Italia centrale e linea Gotica, con una particolare attenzione alla Toscana.

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ISRPT Editore annuncia la pubblicazione del libro “Il mito sovietico nel PCI in Toscana”

É stato pubblicato il volume “Il mito sovietico nel PCI in Toscana” a cura di Andrea Borelli, con la collaborazione scientifica di Daniela Faralli ed Emanuele Russo, Pistoia, ISRPt Editore, 2023, ISBN 978-88-6144-083-8, 132 pp., 15 €.

La pubblicazione è stata realizzata nell’ambito del progetto “L’identità comunista: il PCI in Toscana e il mito dell’Urss” curato dall’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in provincia di Pistoia, con il contributo di “Presidenza del Consiglio dei Ministri. Struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali”.

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“La deindustrializzazione in Toscana” Pubblicato il n. 2 /2022 della rivista Farestoria

ISRPT è lieto di annunciare la pubblicazione del n. 2/2022 della rivista “Farestoria. Società e storia pubblica” intitolato “La deindustrializzazione in Toscana” a cura di Federico Creatini.

Adottando una prospettiva multidisciplinare, il numero intreccia le specificità del caso regionale con le tendenze e le prospettive di ricerca dei Deindustrialization studies. Dialogando con una storiografia sempre più consistente e integrandola con indagini statistiche e archivistiche, i contribuiti hanno cercato di esplorare i modelli sociali, le forme di lavoro e le pratiche di memorializzazione che hanno sostituito o riconvertito gli spazi lasciati aperti dalla crisi della grande industria novecentesca.

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Camminare la storia

Call for Paper per la sezione rubriche del numero monografico di Farestoria. Società e storia pubblica, rivista dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in provincia di Pistoia

Negli ultimi anni si sono moltiplicate le esperienze di public history strutturate a partire dal rapporto fra storia, territorio e paesaggio, con proposte di trekking, passeggiate, viste immersive in luoghi specifici, aperture di sentieri e percorsi, realizzazione di scuole di storia nel paesaggio.

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Attori, pratiche e circolazione dei saperi scientifici nello spazio coloniale italiano

Call for Papers per un numero monografico di Farestoria. Società e storia pubblica, Rivista dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Pistoia.

Negli ultimi quarant’anni l’attenzione per la relazione tra scienze e imperi coloniali è divenuta sempre più ampia nell’ambito del dibattito storico. Già a partire dagli anni ’80, la storiografia aveva iniziato ad interrogarsi criticamente sulla validità del modello diffusionista di sviluppo della scienza fuori dal contesto europeo, proposto dagli studi di George Basalla alla fine degli anni ’60; un modello che guardava al progresso scientifico come trasferimento unilaterale della conoscenza dal centro europeo al resto del mondo. Influenzate dalle prospettive marxiste e successivamente dagli studi di Michel Foucault, Edward Said e dei Subaltern Studies, le analisi si erano indirizzate, tra anni ottanta e novanta, sulla scienza e medicina come strumenti di consolidamento degli imperi coloniali – mezzi di sfruttamento dei territori di conquista e forze culturali di dominazione, anche se contestate e negoziate. A partire dagli anni duemila, l’attenzione della storiografia si è progressivamente spostata sui problemi di circolazione, scambio, traslazione e mobilità della scienza, indagata non più come sistema di sapere occidentale o solo come strumento dell’imperialismo europeo, ma come impresa di fabbricazione “globale”. All’analisi del dinamismo delle periferie si è sostituita un’attenzione per le reti, le interconnessioni e le pratiche quotidiane di produzione della conoscenza oltre le frontiere nazionali e imperiali. Il risultato di queste trasformazioni concettuali – permesse dalle riflessioni della storia e sociologia della scienza, passata dallo studio del pensiero scientifico all’analisi della scienza come pratica situata socialmente, geograficamente e materialmente – è la costruzione di una storia dei saperi cosciente del ruolo giocato dallo spazio coloniale nella formazione della scienza moderna.

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